Chi è Viktor Janukovič ?




Viktor Janukovyč nacque il 9 luglio 1950 nel villaggio di Žukovka, presso Jenakijeve, nell'Oblast di Donec'k, che all'epoca faceva parte della RSS Ucraina (oggi l'Ucraina indipendente). Janukovyč nacque in un quartiere operaio; il padre era un macchinista di etnia bielorussa, che proveniva da Yanuki, nel Voblasc' di Vicebsk . La madre era una bambinaia ucraina, e morì quando Janukovyč aveva appena due anni. Quando egli giunse nell'adolescenza, perse anche il padre, e fu quindi allevato dalla nonna. Janukovyč si considera un ucraino.



Viktor Janukovyč ha ricoperto la carica di Primo Ministro dell'Ucraina per tre volte: dal 2002 al 2004, dal 2004 al 2005 e dal 10 agosto 2006 al 18 dicembre 2007. È anche il leader del Partito delle Regioni, uno dei principali partiti della nazione.

È stato governatore della sua regione natale, l'Oblast di Donec'k, dal 1997 al 2002, ed è stato uno dei candidati alle elezioni presidenziali ucraine del 2004; sconfitto da Viktor Juščenko, è poi in seguito tornato a occupare la carica di Primo Ministro (dal 10 agosto 2006 al 18 settembre 2007).



Per due volte, nel 1968 e nel 1970, Janukovyč fu imprigionato per furto e per ingiurie.

Nel 1972 Janukovyč divenne elettricista in una compagnia di bus locali, e in seguito completò gli studi all'istituto tecnico. Nel 1980 si laureò per corrispondenza all'Istituto Politecnico di Donec'k in ingegneria meccanica. Subito dopo la laurea, Janukovyč fu nominato manager capo di una società di trasporti di Jenakijeve, e entrò nel Partito Comunista dell'Unione Sovietica.

Viktor Janukovyč ha vinto le elezioni presidenziali del 2010, è considerato un politico filo russo.
E stato accusato dagli avversari politici di non conoscere bene la lingua ucraina.

Sconto sul gas all’Ucraina, la strategia imperialista della Russia

Settimana scorsa i presidenti di Russia ed Ucraina, Medvedev e Ianukovich, avevano firmato un accordo che assicura a Kiev uno sconto del 30% sul gas russo. In cambio la flotta militare russa del Mar Nero resterà nel porto ucraino di Sebastopoli, in Crimea, per altri 25 anni. Un accordo che il presidente Ianukovich ha definito “storico” e che vorrebbe segnare la fine della tensione che da diversi anni esiste fra i due paesi.

Il quotidiano sloveno Delo vede in questa trattativa una precisa strategia della Russia per mantenere la sua influenza negli Stati post-sovietici.
“Questo accordo – si legge in un articolo odierno – mostra che tramite le sue ricchezze energetiche la Russia consolida la sua influenza sulla politica delle ex repubbliche sovietiche. Non vi sono dubbi riguardo al fatto che Mosca è pronta a pagare qualsiasi prezzo per la sua politica imperialista nel campo del gas.
L’Unione europea e la Nato si mostrano, in questo ambito, molto meno generose e questo è il motivo principale per cui non hanno successo né in Ucraina, né (parzialmente) in Georgia e nemmeno nel Kirghizistan. E nei territori dove hanno fallito ecco avanzare a grandi falcate il governo di Mosca.”

fonte : http://www.ticinolibero.ch/?p=29151

Russia-Ucraina/ Opposizione: Mozione per cancellare accordo flotta

Prevede estensione per 25 anni affitto base Sebastopoli

Kiev, 26 apr. (Ap-Nuova Europa) - I parlamentari dell'opposizione ucraina hanno presentato una proposta di legge alla Rada, il Parlamento di Kiev, per annullare la decisione di estendere per ulteriori anni l'affitto di una base navale alla Flotta del mar Nero russa.

L'accordo della scorsa settimana tra Mosca e Kiev è stato una prova tangibile della nuova politica estera inaugurata dal presidente Viktor Yanukovich, arrivato alla più alta carica dello stato ucraina dopo aver vinto le elezioni dello scorso febbraio. Yanukovich, da sempre, è considerato il leader ucraino più vicino alle esigenze di Mosca.

Il nuovo presidente, succeduto al filo-occidentale Viktor Yushchenko, ha accordato l'estensione dell'affitto, che scade nel 2017, fino al 2042. In cambio ha ottenuto importanti sconti al prezzo del gas.

Migliaia di ucraini, guidati dall'ex primo ministro Yulia Tymoshenko, sfidante alle presidenziali di Yanukovich, ha manifestato sabato di fronte alla Rada per protestare contro l'accordo, che dovrebbe essere sottoposto a ratifica parlamentare domani.

La proposta di legge di oggi, che impedirebbe la proroga costringendo la flotta russa a lasciare la base di Sebastopoli nel 2017, difficilmente riuscirà a passare in un parlamento in cui Yanukovich ha una robusta maggioranza. Più che altro la sua presentazione pare essere un messaggio al primo ministro Vladimir Putin, che da stasera arriverà a Kiev.

Tymoshenko e altri esponenti dell'opposizione hanno affermato che l'accordo cede il controllo di pezzi del territorio ucraino e hanno fatto appello a tutte le forze d'opposizione a unirsi per resistere contro questo "passo senza precedenti verso il tradimento e la vergogna della nazione".

Russia e Ucraina, accordo globale su gas e flotta

  • Russia e Ucraina hanno concluso oggi un accordo generale, che riporta indietro di cinque anni l’orologio della politica europea: azzerato il conflitto che aveva opposto le autorità “arancioni” di Kiev al Cremlino, i due paesi ritornano a una collaborazione piena.

    La flotta russa del Mar Nero a Sevastopol

    L’accordo toglie di mezzo i due più grossi nodi finora irrisolti – le forniture di gas russo all’Ucraina e la presenza della flotta da guerra russa nella base di Sevastopol, nella Crimea ucraina – legando le due questioni in un unico contratto: Mosca farà un enorme sconto a Kiev sul prezzo del gas (30% in meno) e l’Ucraina lascerà alla Russia l’uso della base di Sevastopol per altri 25 anni dopo la scadenza del contratto d’affitto attualmente in vigore (valido fino al 2017), prolungabili di ulteriori cinque. In pratica, visto che la concessione della base non costa nulla a Kiev, si tratta di un sostanzioso aiuto russo al disastrato vicino (si calcola un totale di almeno 40 miliardi di dollari sull’intero periodo) in cambio di una perdita di sovranità di quest’ultimo. Quanto al gas, infatti, non solo Mosca diminuirà il prezzo concordato solo in gennaio fra il premier russo Vladimir Putin e l’allora sua collega ucraina Yulija Timoshenko, ma eviterà anche di applicare le sanzioni previste nel caso di acquisti inferiori a quanto concordato; in compenso, già qualche settimana fa Yanukovich aveva affermato che anche la Russia verrà coinvolta nel grande progetto di risistemazione della rete di gasdotti ucraini, varato l’anno scorso da Kiev in collaborazione con l’Unione Europea. In sostanza, Mosca aumenterà considerevolmente il suo controllo sull’intera rete, presentandosi per i prossimi decenni come fornitore unico e senza problemi di gas all’Europa.

    Gasdotti in Ucraina

    Sono stati i due presidenti, l’ucraino Viktor Yanukovich e il russo Dmitrij Medvedev, a mettere la firma in calce allo storico accordo, durante la visita di Medvedev a Kharkiv. Yanukovich ha definito la permanenza fin quasi alla metà del secolo della flotta russa del Mar Nero in Crimea “un importante contributo alla sicurezza della regione” e ha affermato di considerare l’accordo come parte di un più vasto progetto comune per la sicurezza in Europa. Medvedev a sua volta ha detto che l’accordo sulla flotta “ci garantisce una prospettiva certa e ci permette una maggiore tranquillità globale”, il che ovviamente rende più facile fare delle robuste concessioni economiche, nonostante la crisi non sia per niente finita, come rivelano gli ultimi dati statistici (nel primo trimestre 2010 la crescita in Russia è stata solo dello 0.6 per cento, inferiore a quella degli ultimi tre mesi del 2009) e come lo stesso premier Putin ha ammesso ieri nel suo rapporto di fronte alla Duma. Il presidente russo si è anche impegnato a investire ulteriori capitali per “la rinascita economica e sociale di Sevastopol”, che attualmente è una città piuttosto malconcia e poco curata dalle autorità di Kiev.

    L’accordo dovrà essere ratificato dai due parlamenti: nessun problema alla Duma russa, meno scontata la ratifica da parte della Rada ucraina, dove la maggioranza di cui dispone Yanukovich non è molto ampia e dove la questione di Sevastopol è materia di dispute violente. Il precedente capo dello stato, Viktor Yushenko, aveva fatto una bandiera nazionale del “recupero di Sevastopol”, e già oggi diversi deputati dell’opposizione hanno cominciato a dire che l’accordo viola la costituzione ucraina e va dunque bocciato. Anche nel Partito delle Regioni del presidente, del resto, ci sono non pochi nazionalisti che non amano l’idea di una cessione di sovranità così impegnativa; bisognerà vedere se il progetto di “una Ucraina neutrale, non allineata e amica di tutti i paesi vicini”, usato da Yanukovich per giustificare il drastico cambiamento di rotta in politica estera rispetto al quinquennio precedente, risulterà convincente per i deputati quanto lo è stato per gli elettori.

    E’ certo che la novità odierna – che rappresenta la conclusione logica di una “lunga marcia” di riavvicinamento tra i due paesi – provocherà parecchia irritazione a Washington e nella Nato, che vedono crollare anche formalmente (dopo che politicamente) il progetto di inclusione dell’Ucraina nel “campo” militare occidentale in funzione anti-russa (e non solo); un progetto caro soprattutto all’amministrazione di George W. Bush e che Barack Obama non aveva rinnegato, pur senza insistervi più dopo la sua elezione. Altri paesi che certamente reagiranno in modo negativo sono la Georgia di Mikheil Saakashvili, che si sente direttamente minacciata dalla flotta russa del Mar Nero, e probabilmente la Polonia, che non ha mai nascosto delle ambizioni egemoniche nei confronti di Kiev – o comunque il desiderio di staccare nel modo più netto possibile l’Ucraina dalla Russia.

di a. d.
pubblicato il 21 aprile 2010

fonte : http://blog.ilmanifesto.it/estestest/2010/04/21/russia-e-ucraina-accordo-globale-su-gas-e-flotta/

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